State lasciando il sito vitaminabibsa.it
Questo link vi porterà a un sito in cui non sono applicate le nostre Privacy Policy e Cookie Policy. Pertanto non ci riteniamo responsabili per le vostre interazioni con quel sito web.
Acido Folico
Il termine acido folico fu coniato intorno agli anni ’40 da tre ricercatori, Mitchell, Snell e Williams, a partire dal latino “folium” (foglia) per indicare una sostanza estratta dalle foglie degli spinaci, a seguito di una serie di studi su una forma di anemia indotta nei polli.
In ambito nutrizionale, per acido folico si intende un elemento di sintesi, che viene utilizzato negli integratori vitaminici e negli alimenti fortificati e differisce dalle forme naturalmente presenti nei cibi (i cosiddetti folati poliglutammati) in quanto:
- più stabile al calore;
- più resistente all’ossidazione (e quindi utilizzabile in prodotti con data di scadenza prolungata);
- dotato di una biodisponibilità superiore rispetto ai folati naturali. Nota: la biodisponibilità non è altro che la percentuale di una sostanza che arriva alla circolazione sanguigna dopo l’assunzione.
In analogia all’acido folico, i folati sono vitamine idrosolubili (si sciolgono in acqua) naturalmente presenti negli alimenti. Le vitamine sono nutrienti indispensabili al corretto funzionamento dell’organismo. La maggior parte delle vitamine rientra nei cosiddetti nutrienti essenziali, ossia composti che l’organismo umano non è in grado di produrre in modo autonomo e che devono pertanto essere assunti attraverso la dieta.
I folati sono indispensabili alla vita. Questo perché sono coinvolti in meccanismi fisiologici da cui dipendono:
- la sintesi (produzione) del DNA, la molecola che custodisce il materiale genetico di un organismo vivente
- il metabolismo degli amminoacidi, i “mattoncini” che consentono di costruire le proteine.
L’acido folico:
- Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
- Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario
- Contribuisce al normale metabolismo dell’omocisteina
- Contribuisce alla normale funzione psicologica
- Contribuisce alla crescita dei tessuti materni in gravidanza
Il fabbisogno giornaliero di acido folico è stato valutato, per soggetti adulti sani, in 400 microgrammi (mcg)/die.
Tale quota può essere raggiunta con una dieta varia ed equilibrata, che includa alimenti di origine vegetale, preferibilmente freschi e crudi, in quanto la cottura distrugge dal 50 al 95% dei folati contenuti negli alimenti. Oltre alla cottura, anche l’esposizione alla luce solare impoverisce gli alimenti del loro contenuto in folati.
Per le donne in gravidanza, la dose raccomandata sale a 600 mcg, mentre durante l’allattamento è consigliato un apporto non inferiore a 500 mcg/giorno.
I folati sono naturalmente presenti nei seguenti alimenti:
- fegato, rene e altre frattaglie;
- verdura (soprattutto asparagi, cavolini di Bruxelles, lattuga, spinaci e altre verdure a foglia verde);
- frutta, per esempio arance, kiwi, frutti tropicali come la papaya, frutta secca (noci, nocciole, mandorle, pistacchi);
- legumi quali fagioli, piselli, ceci, lenticchie.
In commercio esistono poi i cosiddetti alimenti fortificati, ai quali viene aggiunto acido folico durante il processo produttivo. Sul mercato italiano sono disponibili diverse tipologie di alimenti fortificati, quali cereali integrali, alcuni snack, biscotti e fette biscottate, alcuni succhi di frutta multivitaminici, pasta dietetica, prodotti surgelati pronti, yogurt e molti prodotti per la prima infanzia. È comunque importante non consumare in eccesso tali alimenti, per evitare il rischio di sovrassunzione, soprattutto in alcune fasce di età (anziani e bambini).
Per quanto riguarda gli integratori di acido folico, è necessario sottolineare che sono consigliati in caso di stato carenziale confermato, e non in adulti sani che seguano un’alimentazione equilibrata. Un’eccezione è rappresentata dalle donne in gravidanza e allattamento, nelle quali l’integrazione con acido folico è prescritta dal medico curante/ginecologo e deve avvenire secondo le sue indicazioni e sotto la sua supervisione.
Gli integratori di acido folico devono essere utilizzati nell’ambito di una dieta variata ed equilibrata e di uno stile di vita sano.
Le cause più comuni del deficit di folati sono:
- l’inadeguatezza dell’apporto, generalmente osservata in caso di persone che seguono diete non equilibrate;
- la diminuzione dell’assorbimento, dovuta per esempio a condizioni come la celiachia, l’abuso di alcol e altre sindromi che causano malassorbimento o alla contemporanea assunzione di farmaci, che interferiscono con l’assimilazione a livello intestinale;
- l’aumento del fabbisogno, per esempio durante la gravidanza e l’allattamento, nel bambino e in caso di infezioni concomitanti;
- l’aumento dell’escrezione, come accade nelle persone sottoposte a dialisi renale.
Esami del sangue
Un indice molto accurato del deficit di folati consiste nella loro concentrazione all’interno dei globuli rossi, che è rappresentativa delle riserve presenti nel corpo. Per praticità e basso costo, per la diagnosi si ricorre alla misurazione del livello dei folati nel plasma.
Infine, la carenza di acido folico si associa alla variazione di indicatori ematologici.
Attività preventiva sui difetti del nascituro
Il tubo neurale è una struttura embrionale da cui si sviluppa il sistema nervoso centrale. Se tale struttura non si chiude correttamente durante le prime settimane di gravidanza, il nascituro è esposto a rischio di gravi malformazioni congenite note come difetti del tubo neurale; tra questi rientrano la spina bifida (difetto nella formazione della colonna vertebrale), l’anencefalia e l’encefalocele (malformazioni del cervello).
Il ruolo protettivo dell’acido folico rispetto al rischio di malformazioni congenite, in particolare a carico del tubo neurale, è ampiamente documentato.
Le attuali linee guida ministeriali raccomandano che “le donne che programmano una gravidanza, o che non ne escludono attivamente la possibilità, assumano regolarmente almeno 0,4 mg al giorno di acido folico per ridurre il rischio di difetti congeniti”. Affermano inoltre che “Per essere efficace, l’assunzione deve iniziare almeno un mese prima del concepimento e continuare per tutto il primo trimestre di gravidanza”. I difetti congeniti più comuni e più gravi insorgono infatti tra il concepimento e l’ottava-dodicesima settimana di gestazione.